Biologia Molecolare
Nell’ultimo decennio l’analisi del DNA, molecola costituita da due filamenti olinucleotidici avvolti tra loro a formare una doppia elica presente in tutte le cellule, ha dato un valido contributo alla clinica ed alla diagnostica di un numero sempre maggiore di malattie genetiche, virali e microbiologiche. (Immagine)
Il metodo utilizzato per la diagnosi è la Polymerase Chain Reaction (PCR), applicata alla ricerca, identificazione e caratterizzazione del DNA e RNA di virus, batteri, cellule in genere. Dal 1985, anno della sua introduzione, la PCR si è rilevata uno strumento diagnostico estremamente valido soprattutto in termini di sensibilità e specificità del metodo rispetto alle classiche tecniche immunoenzimatiche. Questo test permette una rapida individuazione dell’agente patogeno per il quale le normali tecniche avrebbero tempi di risposta lunghi.
E’ così possibile mettere in evidenza la presenza del genoma virale o batterico ed avere quindi la certezza immediata sia della avvenuta infezione sia degli effetti della eventuale terapia durante i vari stadi della malattia.
La Diagnosi Molecolare delle infezioni virali, batteriche e parassitarie mediante amplificazione genica (PCR) consiste nell’ analisi qualitativa e/o quantitativa di DNA (o RNA) del microrganismo presente nella cellula infetta. Le informazioni date dal DNA del microrganismo permettono spesso di avere un dosaggio quantitativo della presenza oppure una tipizzazione che permette di distinguere microrganismi con differente risposta alle terapie o con maggior virulenza.
Specialista in Microbiologia e Virologia Medica,
Specialista in Patologia Clinica,
Master II livello in Scienze forensi,
C.T. Tribunale di Messina.
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Test prenatale non invasivo
NIPT: Non Invasive Prenatal Test (DNA Fetale)
NIPT: Non Invasive Prenatal Test
Durante la gravidanza, frammenti di DNA libero del bambino circolano nel sangue materno. Il DNA fetale è rilevabile a partire dalla 5a settimana di gestazione e la sua concentrazione aumenta durante le settimane successive. La quantità di DNA fetale presente nel circolo sanguigno materno a partire dalla 10a settimana di gestazione (12a settimana in caso di gravidanza gemellare) è sufficiente per eseguire il test e garantire risultati accurati.
Dal campione di sangue materno viene estratto e purificato il DNA. Successivamente il DNA viene analizzato mediante sequenziamento massivo in parallelo dell’intero genoma utilizzando la tecnologia NGS (Next Generation Sequencing). Ciò consente di avere lo screening più completo. I dati di sequenziamento sono accuratamente analizzati da sistemi di bioinformatica avanzati, per fornire referti chiari e affidabili.
Le anomalie cromosomiche numeriche (aneuploidie) si verificano quando un individuo presenta
un cromosoma in più rispetto all’usuale coppia di cromosomi (trisomia), oppure quando in una coppia di cromosomi ne manca uno (monosomia).
TRISOMIA 21 (Sindrome di Down)
È un’anomalia cromosomica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma 21 (completo o di parte di esso) in sovrannumero. Le principali malformazioni e complicazioni comprendono le cardiopatie, le malformazioni intestinali, la cataratta congenita e la bassa statura.
TRISOMIA 18 (Sindrome di Edwards)
È un’anomalia cromosomica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma 18 in sovrannumero
associata a ritardo della crescita, dolicocefalia, facies caratteristica, anomalie degli arti e malformazioni viscerali.
TRISOMIA 13 (Sindrome di Patau)
È un’anomalia cromosomica causata dalla presenza di un cromosoma 13 in sovrannumero ed è caratterizzata da malformazioni cerebrali (oloprosencefalia), dismorfismi facciali, anomalie oculari, polidattilia postassiale, malformazioni viscerali (cardiopatia) e grave ritardo psicomotorio.
Causano la perdita o il guadagno di materiale genetico. Le principali anomalie strutturali individuabili col NIPT I livello sono le delezioni e le duplicazioni.
ANEUPLOIDIE DEI CROMOSOMI SESSUALI
I cromosomi X e Y determinano il sesso del bambino. Le principali combinazioni anomale osservate sono XXX, XYY (Sindrome di Jacobs), XXY (Sindrome di Klinefelter), e monosomia X (Sindrome di Turner). Gli individui affetti da tali sindromi possono presentare disturbi fisici e comportamentali la cui gravità può variare sensibilmente da soggetto a soggetto.
Le anomalie strutturali includono la mancanza o la delezione di una porzione di cromosoma.
MICRODELEZIONI
Si manifestano quando un segmento di un cromosoma presenta una piccola delezione. Le sindromi da microdelezione sono delle patologie clinicamente riconoscibili, caratterizzate da un complesso fenotipo clinico e comportamentale ed includono la sindrome di DiGeorge, la sindrome del Cri-du-Chat, la sindrome di Prader-Willi, la sindrome di Angelman, la sindrome di Wolf Hirshhorn, la sindrome da delezione1p36, Sindrome di Jacobsen, Sindrome di Langer-Giedion, Sindrome di Smith-Magenis e Sindrome da Brachidattilia-deficit cognitivo, non sono più una fatalità.
Analisi prenatale del cariotipo fetale su sangue materno
Il test prevede, oltre a quanto descritto precedentemente, anche l’opzione di un approfondimento diagnostico di secondo livello, che consente di individuare la presenza nel feto di alterazioni cromosomiche strutturali ed alcune comuni sindromi da microdelezione/ microduplicazione.
L’altissimo grado di affidabilità riduce sensibilmente la possibilità di essere inutilmente sottoposte a rischio di indagini diagnostiche invasive (Amniocentesi e Villocentesi).
Anche tale prelievo può essere eseguito a partire dalla decima settimana di gestazione.
Test Dna fetale NIPT di massimo screening
Sequenziamento massivo parallelo dell’intero genoma -MPS- da DNA Fetale Circolante. E’ il primo test prenatale non invasivo in Europa in grado di rilevare le patologie mendeliane a trasmissione autosomica recessiva e/o a trasmissione autosomica dominante
– Fibrosi Cistica CFTR
– Sordità ereditaria tipo 1A CX26 (GJB6)
– Sordità ereditaria tipo 1B CX26 (GJB6)
– Beta Talassemia HBB
– Anemia falciforme HBB
– Fenilchetonuria PAH
e Sindromi:
– Sindrome di Gaucher GBA
– Sindrome Dubowitz LIG4-NSUN2
– Sindrome di Richner-Hanhart TAT
– Sindrome di Sjögren-Larsson ALDH3A2
– Sindrome di Costello HRAS
– Sindrome di Tay-Sachs HEXA
– Sindrome di PKAN PANK2
– Sindrome della Tripla-H SLC25A15
– Sindrome di Coffin-Lowry RPS6KA3
A queste si possono aggiungere altre patologie da investigare: ulteriori malattie sindromiche, Patologie scheletriche, Craniosinostosi
Le mutazioni individuate in questi geni possono insorgere in modo casuale nel feto. Tali mutazioni, non sempre sono rilevabili nei genitori con i test di screening pre-concezionali, poichè possono essere anche non ereditarie. La presenza di mutazioni in uno dei geni investigati può causare nel bambino displasie scheletriche, difetti cardiaci, anomalie congenite multiple, autismo, epilessia e/o deficit intellettivi.
I test possono essere eseguiti a partire dalla 10° settimana di gestazione, in caso di gravidanza singola, oppure dalla 12° settimana in caso di gravidanza gemellare.Non esiste un termine entro la quale eseguire i test, anche se dal punto di vista clinico è preferibile eseguirlo, entro la 17° settimana, per poter svolgere un amniocentesi di conferma in caso di esito positivo.
Non è necessario il digiuno.
Sarà nostra cura aiutare la paziente nella comprensione del referto fornendo un’appropriata interpretazione.
Servizio per la conservazione delle cellule staminali del Cordone Ombelicale
Dieta personalizzata sul DNA
Durante la gravidanza i cordone fornisce al bambino l’ossigeno e il nutrimento per assicurare il suo corretto sviluppo prenatale. Al momento della nascita la conservazione del cordone può essere fondamentale per la vita futura, in quanto nel suo sangue sono contenute preziose cellule staminali.
Il parto è l’unica occasione in cui è possibile prelevare cellule staminali in modo semplice e veloce e conservarle per un eventuale terapia in futuro. Le cellule staminali cordonali conservate in una Banca privata (in Europa o USA), possono essere utilizzate nella cura del bambino stesso, oppure di un familiare.
In Italia la raccolta del sangue cordonale è possibile in tutti gli ospedali, previo contatto e autorizzazione, e avviene dopo il taglio del cordone ombelicale. Tale procedura è assolutamente indolore e non implica alcun rischio.
Le cellule staminali conservate presso la Banca sono immediatamente disponibili in caso di necessità.
Il tempo di conservazione è di 20 anni, estendibile.
Conservando le cellule staminali del bambino si assicura la protezione della salute anche alla famiglia, perché tali cellule sono ovviamente compatibili con il neonato, ma potenzialmente lo sono anche con i fratelli e genitori.
Il kit prelievo deve essere richiesto almeno 2 mesi prima del parto.
Intolleranze Alimentari
Microbiota Intestinale
Microbiota intestinale
L’uomo possiede una grande varietà di microrganismi che colonizzano diversi tessuti che compongono il suo corpo e che svolgono differenti ed importanti funzioni metaboliche. L’insieme di tutti questi microganismi prende il nome di microbiota. Il microbiota intestinale, comunemente conosciuto come “flora batterica” è formato da numerosissime popolazioni microbiche: batteri, miceti e virus.
Ma a cosa serve il microbiota?
Il microbiota ha molte importanti funzioni per il mantenimento di stato di salute del nostro corpo. Protegge, infatti, il nostro corpo dai patogeni che potrebbero attaccare le pelle, il cavo orale, il tubo digerente o la vagina, giocando quindi un ruolo fondamentale per la protezione del nostro organismo. Inoltre, il microbiota interviene nei processi di digestione e assorbimento di fibre e minerali, nella sintesi di alcune vitamine e sostanze che intervengono nelle reazioni metaboliche. Il microbiota però è condizionato, principalmente dalle abitudini alimentari di ciascun individuo, pertanto subisce parecchie variazioni nell’arco della vita ed in alcune situazioni i patogeni possono avere il sopravvento, proliferando fino a scatenare disturbi che interessano, oltre l’apparato digerente, le vie urinarie o provocare vaginosi batteriche.
Conoscere quindi la composizione del proprio microbiota significa avere una risorsa per preservarne o migliorarne l’equilibrio, grazie ad opportune modifiche della dieta e del proprio stile di vita, così da favorire il mantenimento o il recupero di un profilo sano.
Quando è utile fare l’analisi del DNA del microbiota intestinale?
Per la prevenzione di patologie intestinali come sindrome del colon irritabile o diverticolite
Per la prevenzione di patologie come diabete, sindrome metabolica o allergie
Quando insorgono o persistono sintomi intestinali come coliti, stipsi o flatulenza
Durante la menopausa
Negli anziani per evitare effetti infiammatori tipici dell’invecchiamento e dell’immunosenescenza
Eseguire l’esame del microbiota è semplice e non invasivo, basta, infatti, un campione di feci.
Dieta personalizzata sul DNA
Dieta personalizzata sul DNA
Il fatto che diverse persone reagiscano in modo differente al cibo è esperienza comune a tutti. Capire però come queste differenze interindividuali siano geneticamente definite è stata una sfida della biologia molecolare e della biostatistica contemporanee.
Queste scoperte nel campo della genetica permettono di redigere una dieta del DNA, non solo finalizzata al dimagrimento, ma anche utile per quelle persone che vogliono adottare uno stile di vita più sano.
Infatti non fornisce una dieta, ma molto di più, assegna ad ognuno la propria alimentazione ideale sulla base della personale, unica, identità genetica!
Il tutto per nutrirsi in salute ed evitare che insorgano, nel tempo, accumuli dismetabolici o danni organici per intolleranze non conosciute.
I nostri test sono in grado di fornire indicazioni sulle predisposizioni genetiche e consentono di ottenere delle informazioni molto complete, analizzando i diversi geni coinvolti in processi fisiologici che influenzano e determinano la salute e il benessere di ogni individuo.
I risultati consentiranno al cliente di ottimizzare la dieta e lo stile di vita per raggiungere il peso desiderato con facilità, conoscendo le predisposizioni genetiche che potrebbero ostacolare il processo di dimagrimento ed essere causa di disturbi correlati a un cattivo metabolismo.
Tale test sarà quindi necessario anche per il dietologo perché con il suo ausilio, potrà scegliere e dosare quantitativamente, a seconda del caso, gli alimenti previsti.
I nostri esperti sapranno poi assistervi per l’interpretazione del referto con la massima disponibilità e professionalità. Non esitare a contattarci per avere chiarimenti e informazioni aggiuntive.
*Esempio di lista alimenti Consigliati – Tollerati – Sconsigliati
CEREALI E DERIVATI |
CONSIGLIATI | Quinoa, amaranto, grano saraceno (pasta, pane, cracker, …) Riso integrale, bevanda di quinoa, mandorla, marmellata senza zuccheri aggiunti,biscotti secchi senza lattosio, gallette di riso Prodotti aglutinati: cracker, grissini, fette biscottate, pane, pasta |
TOLLERATI | Avena, zucchero di canna integrale, miele, cracker e grissini di riso, pizza aglutinata senza mozzarella |
SCONSIGLIATI | Grano, frumento, orzo, farro, kamut, pasta di semola, pane, cracker, grissini, fette biscottate, biscotti, pizza, farina, zucchero bianco raffinato, riso brillato, patate, bevanda di soia, corn-flakes, mais, polenta, cornetti, brioche, merendine e dolci in genere, latte di riso, succhi di frutta |
LATTE, LATTICINI E FORMAGGI |
CONSIGLIATI | Latte delattosati Yogurt senza delattosati Latticini e formaggi delattosati |
TOLLERATI | Parmigiano stagionato 36 mesi |
SCONSIGLIATI | Latte, yogurt, panna, formaggi e latticini |
UOVA |
CONSIGLIATI | Uovo intero di gallina, Uovo intero di tacchina, anatra, quaglia |
CARNI ROSSE E BIANCHE |
CONSIGLIATI | Carne rossa, hamburger, polpette senza aggiunta di lattosio e glutine, carne bianca,prosciutto crudo, bresaola, prosciutto cotto delattosato, salumi in genere senza lattosio e glutine |
TOLLERATI | Frattaglie (fegato di suino, cuore bovino, lingua di bovino, salsiccia di fegato, paté di fegato), frattaglie (fegato di pollo/tacchino cotto, animelle di bovino, rene di suino, fegato di bovino), pollo (evitare le parti grasse e la pelle), tacchino (altre parti rispetto al petto) |
PESCE |
CONSIGLIATI | Tutti i tipi di pesce |
LEGUMI |
CONSIGLIATI | Tutti i tipi di legumi |
TOLLERATI | Legumi in scatola con aggiunta di zucchero |
GRASSI DA COTTURA E CONDIMENTI |
CONSIGLIATI | Olio extravergine d’oliva |
TOLLERATI | Burro |
SCONSIGLIATI | Strutto, lardo, grassi vegetali idrogenati, olio di palma, oli tropicali |
FRUTTA FRESCA E SECCA |
CONSIGLIATI | Tutta la frutta tranne quella elencata in “alimenti tollerati e sconsigliati |
TOLLERATI | Loti, banane, uva, fichi |
SCONSIGLIATI | Melone d’estate e d’inverno, castagne, anguria, frutta sciroppata, datteri, uva sultanina |
VERDURA E ORTAGGI |
CONSIGLIATI | Tutta la verdura e gli ortaggi tranne quella elencata in “alimenti tollerati e sconsigliati” |
TOLLERATI | Carote cotte, topinambur |
SCONSIGLIATI | Zucca, barbabietole cotte |
BEVANDE |
CONSIGLIATI | Aqua fontis, acque mediominerali, caffè, the, tisane varie, birra analcoolica o bassa gradazione |
TOLLERATI | Vini rossi a media gradazione alcolica, vini bianchi a media gradazione alcolica,Bevande ad alta gradazione alcolica, Birre a media/alta gradazione alcolica |
SCONSIGLIATI | Liquori e superalcoolici |
Test Diagnostici
Ricerca e Tipizzazione del PAPILLOMAVIRUS (HPV) in P.C.R.
RICERCA E TIPIZZAZIONE DEL PAPILLOMAVIRUS (HPV) IN P.C.R.
I Papillomavirus sono una famiglia di virus che infettano, con elevata frequenza, gli epiteli genitali. All’interno di questa famiglia, alcuni tipi definiti ad alto rischio oncogeno, hanno una elevata relazione con lo sviluppo di forme tumorali.
L’infezione si contrae in genere all’esordio dell’attività sessuale ma usualmente il sistema immunitario è in grado di controllarla. Tuttavia, una percentuale di donne non elimina il virus che può rimanere latente, senza manifestazioni cliniche, o andare incontro a replicazione provocando un danno citologico con relative alterazioni cellulari.
Il test molecolare HPV
Il Pap-test non rileva la presenza del virus HPV, ma identifica anomalie cellulari associate alla presenza del virus ed eventualmente la presenza di cellule alterate. Il test molecolare HPV, eseguibile su tampone vaginale, permette il rilevamento diretto del DNA del virus nel campione in esame, consentendo inoltre di distinguere i diversi tipi di virus presenti (genotipi) al fine di identificare quelli ad alto o basso potere oncogeno.
Materiale su cui è possibile effettuare l’esame:
♀ tampone vaginale, cervicale
♂ tampone uretrale, liquido seminale
L’esame include, in caso di positività, lo screening di 40 genotipi di HPV
TEST per il rischio trombotico (Fattore V Leiden, Fattore II, MTHFR, CBS, PAI-1)
TEST per il rischio trombotico (Fattore V Leiden, Fattore II, MTHFR, CBS, PAI-1)
Le trombosi venose sono tra le malattie cardiovascolari più comuni, coinvolgendo circa un individuo su mille ogni anno. Il rischio trombotico è determinato sia da fattori ambientali (età, interventi chirurgici, gravidanza, contraccezione orale) sia da una predisposizione genetica.
Brevi cenni sulle principali mutazioni analizzate
Mentre la maggior parte dei difetti genetici conosciuti nella cascata coagulativa (proteina S, proteina C, antitrombina III) è rara, la mutazione G>A in posizione 1691 nel gene per il fattore di coagulazione V (FV Leiden –R506Q) è stata trovata con un alta frequenza (20-60%) nei pazienti affetti da trombosi.
Altre mutazioni nel gene del fattore V, come ad esempio l’aplotipo HR2 (H1299R) che comporta la sostituzione di A>G al nucleotide 4070, sono causa di trombosi soprattutto se associate alla mutazione R506Q. La mutazione per il FV Leiden ha una frequenza di portatori in eterozigosi in Italia pari al 2-3%, mentre l’omozigosità per tale mutazione ha un’incidenza di 1:5000. I soggetti eterozigoti hanno un rischio 8 volte superiore di sviluppare una trombosi venosa, mentre gli omozigoti hanno un rischio pari ad 80 volte. Tale evento trombotico è favorito in presenza di altre condizioni predisponenti quali la gravidanza, l’assunzione di contraccettivi orali (rischio aumentato di 30 volte negli eterozigoti e di alcune centinaia negli omozigoti), gli interventi chirurgici.
La protrombina o fattore II della coagulazione svolge un ruolo fondamentale nella cascata coagulativa in quanto la sua attivazione in trombina porta alla trasformazione del fibrinogeno in fibrina e quindi alla formazione del coagulo. E’ stata descritta una variante genetica che è associata ad elevati livelli di protrombina funzionale nel plasma e conseguente aumentato rischio di trombosi, specie di tipo venosa (G20210A). La frequenza genica della mutazione per il fattore II è bassa (1,0-1,5%) con una percentuale di eterozigoti del 2-3%. L’omozigosi è rara. Per gli eterozigoti c’è un rischio aumentato di 3 volte di sviluppare una trombosi venosa, di 5 volte per l’ictus ischemico, di 5 volte per infarto miocardico in donne giovani, di 1,5 volte per gli uomini, di 7 volte nei diabetici, di 10 volte per trombosi delle vene cerebrali e di 149 volte in donne che assumono contraccettivi orali.
Il test genetico: IDENTIFICAZIONE delle PRINCIPALI MUTAZIONI/POLIMORFISMI
Tecnica impiegata:
Analisi mediante tecnica Real Time PCR su DNA estratto da campione biologico.
Mutazione G20210A nel gene per il Fattore II (Protrombina)
Mutazione G1691A (Leiden) nel gene per il Fattore V
Mutazione C677T nel gene MTHFR (metilentetraidrofolatoreduttasi)
Mutazione A1298C nel gene MTHFR (metilentetraidrofolatoreduttasi)
Mutazione G455A nel gene β-Fibrinogeno
Mutazione Val34Leu nel gene per il Fattore XIII
Mutazioni C112R e R158C nel gene APO E
Mutazione T1565C nel gene ITGB3 (Gp IIb/IIIa)
Inserzione/delezione 4G/5G nel gene del PAI-1
Mutazione R3500Q nel gene ApoB
Materiale su cui è possibile effettuare l’esame :
♀ ♂ sangue
Infettivologia molecolare Pannello 7 Patogeni
Infettivologia molecolare Pannello 7 Patogeni
– Chlamydia trachomatis
– Neisseria gonorrhoeae(Gonorrea)
– Mycoplasma genitalium
– Trichomonas vaginalis
– Mycoplasma hominis
– Ureaplasma urealyticum
– Ureaplasma parvum
Materiale su cui è possibile effettuare l’esame:
♀ tampone vaginale, cervicale
♂ tampone uretrale, liquido seminale
Infettivologia molecolare Pannello 28 Patogeni
Infettivologia molecolare Pannello 28 Patogeni
– Chlamydia trachomatis
– Neisseria gonorrhoeae(Gonorrea)
– Mycoplasma genitalium
– Trichomonas vaginalis
– Mycoplasma hominis
– Ureaplasma urealyticum
– Ureaplasma parvum
– Herpes simplex virus Tipo 1 (HSV1)
– Herpes simplex virus Tipo2 (HSV2)
– Citomegalovirus (CMV)
– Varicella-zoster virus (VSZ)
– Chlamydia trachomatis (Lymphogranuloma venereum)
– Treponema pallidum
– Haemophilus ducreyi
– Candida albicans
– Candida glabrata
– Candida Krusei
– Candida lusitaniae
– Candida dubliniensis
– Candida tropicalis
– Candida parapsilosis
– Mobiluncus spp.
– Bacteroides fragilis
– Gardnerella vaginalis
– Atopobium vagianae
– Megasphaera Tipo 1
– Batteri associai alla vaginosi batterica di tipo 2
Materiale su cui è possibile effettuare l’esame:
♀ tampone vaginale, cervicale
♂ tampone uretrale, liquido seminale
Microbiota Vaginale
Microbiota Vaginale
Un microbiota vaginale sano è dominato dal genere Lactobacillus, con oltre 20 specie rilevate. Tuttavia, nelle maggior parte delle donne la microflora vaginale sana ne conta principalmente 3 o 4: L. crispatus, L. iners, L. jensenii e L. gasseri, con una varietà di altri batteri come Staphylococcus, Ureaplasma, Corynebacterium, Gardnerella, Escherichia, Mycoplasma, ecc.
La presenza dei lactobacilli è fondamentale per il mantenimento di una flora vaginale sana, in quanto evita che microrganismi patogeni crescano in modo eccessivo, esercitando una serie di funzioni protettive, quali:
- Riduzione pH vaginale,
- Produzione di sostanze antimicrobiche,
- Modulazione del sistema immunitario locale.
Però, è bene tenere presente che la tipologia ed il numero delle specie microbiche vaginali varia a causa di diversi fattori come età, cambiamenti ormonali, attività sessuale, uso di farmaci ed igiene intima. Nel caso in cui si verifichi una forte riduzione o la totale scomparsa dei lactobacilli si possono sviluppare due importanti patologie, che possono provocare bruciore, prurito, eritema delle mucose e perdite: vaginite aerobica e vaginite batterica. 75 su 100 manifestano almeno un episodio di questo genere nel corso della propria vita, almeno la metà di queste va incontro ad una recidiva ed il 5% delle donne in età adulta soffre addirittura di più episodi di questo tipo nel corso dell’anno. L’uso di probiotici permette di prevenire la colonizzazione da parte di germi patogeni, di agire come coadiuvanti nelle terapie standard e modificare la microflora al fine di garantire un ecosistema vaginale normale.
Pertanto conoscere la microflora vaginale e utilizzare probiotici adatti rappresenta un eccellente approccio terapeutico che permette di garantire la propria sicurezza nei confronti della patologie vaginali.
Malattie Genetiche
Fibrosi cistica
Fibrosi cistica
La FIBROSI CISTICA si trasmette con modalità autosomica recessiva ed è determinata dalla presenza di mutazioni (modificazione della normale struttura del DNA) nel copie del gene CFTR (Cystic Transmenbrane Regulator).
Il gene CFTR codifica una proteina che ha un ruolo importante nel regolare la quantità di cloro secreto nei liquidi biologici. La sua alterazione determina la produzione di muco particolarmente denso, viscoso che tende a ostruire i bronchi e i dotti del pancreas.
La malattia si manifesta nei primi anni di vita con manifestazioni ricorrenti a carico dell’apparato respiratorio: tosse persistente, bronchiti ricorrenti, sinusiti, poliposi nasale, disturbi digestivi con conseguente difficoltà di crescita.
Altri organi interessati dalla malattia possono essere fegato, intestino.
La malattia può esprimersi con minore o maggiore intensità e pertanto viene trattata con terapie differenti e individualizzate.
Alle forme cliniche classiche si aggiungono forme atipiche mono-sintomatiche, di sempre più frequente identificazione come ad es.: Pancreatiti, infertilità maschile da assenza dei vasi deferenti (CAVD), cirrosi biliare ecc.
La malattia viene determinata da mutazioni (cambiamenti nella regolare struttura molecolare) a livello della coppia del gene CFTR, localizzato sui cromosomi 7.
Esistono vari livelli di analisi molecolare:
- Screening di I livello che include l’analisi delle mutazioni più frequenti del gene CFTR.
- Screening II livello che comprende lo scanning di tutti gli esoni e delle regioni limitrofe, che permettono il riconoscimento di variazioni di sequenza del gene CFTR.
- Screening III livello con la ricerca di delezioni e/o inserzioni (ancora poco utilizzato), nel 10-15% dei soggetti in cui non si riesce a identificare mutazioni.
Il Gold Standard per la diagnosi di malattia è il test al sudore e non l’analisi genetica.
Gli affetti da Fibrosi Cistica hanno entrambi i gene CFTR mutati (un gene mutato ereditato dalla madre e un gene mutato ereditato dal padre, entrambi portatori sani della malattia); queste alterazioni fanno si che la proteina venga prodotta in forma non funzionale e, a causa del deficit della proteina, le secrezioni contengono una scarsa quantità di sali, modificandone le proprietà.
Il portatore di Fibrosi cistica (eterozigote) è un individuo sano che possiede un gene normale CFTR e un gene mutato.
I portatori di Fibrosi Cistica sono circa il 4% della popolazione e cioè 1 individuo su 27 circa è portatore sano della malattia (eterozigote).
In caso di negatività allo screening di I livello il rischio di eterozigosi è pari a 1/105.
Una coppia costituita da due portatori di Fibrosi Cistica ha la probabilità di avere :
- 25% di figli affetti da Fibrosi Cistica (ereditando i geni mutati di entrambi i genitori);
- 25% di figli normali (ereditando il gene normale da uno e dall’altro genitore);
- 50% dei figli portatori –eterozigoti- (ereditando il gene mutato da un genitore e il gene normale dall’altro genitore ).
Una coppia in cui un partner sia portatore di una mutazione nota e l’altro non portatore delle 31 mutazioni saggiate (screening I livello) ha il rischio riproduttivo compreso tra 1/400 e 1/500.
Una coppia in cui nessuno dei partner sia portatore di mutazione nota (screening principali mutazioni) ha rischio riproduttivo è molto basso, inferiore a 1/40.000.
Metodica di analisi:
- Estrazione del DNAdal campione in esame
- Amplificazione multipla (PCR Multiplex) con opportuni primers di 10 esoni (3, 4, 7, 9, 10, 11, 13, 19, 20, 21) e 6 introni (4, 5, 10, 12, 14b, 19) del gene CFTR;
- Multiplex OLA (Oligonucleotide Ligation Assay) e analisi mediante Elettroforesi Capillare Fluorescente su Analizzatore Automatico Abi Prism 310 .
Limiti del test
Le mutazioni che possono interessare il gene CFTR sono moltissime (circa 600 quelle conosciute) e ancora molte sono sconosciute.
Il test di screening eseguito non è dunque in grado di identificare tutte le mutazioni note ma solo le più frequenti (31 mutazioni) che si osservano in circa il 85-90% dei casi.
L’approfondimento con test di II livello è opportuno in una minoranza di casi e deve essere preventivamente discusso in sede di Consulenza Genetica.
Altre malattie genetiche
Altre Malattie Genetiche
- Microdelezione del cromosoma Y,
- Beta thalassemia,
- X-Fragile,
- Sordità congenita,
- SMA,
- Distrofia Muscolare Duchenne / Becher,
- Distrofia Muscolare di Steiner,
- Retinite Pigmentosa.
Test genetici predittivi BRCA1 - BRCA2
Test genetici predittivi BRCA1 - BRCA2
BRCA-1 (Breast/Ovarian Cancer) sul cromosoma 17
BRCA-2 (Breast Cancer) sul cromosoma 13
Il Test per BRCA1 e BRCA2 permette di conoscere se si è portatori di una mutazione in uno dei geni BRCA (Breast/Ovarian Cancer). Quando non sono presenti mutazioni, il rischio resta quello definito per la popolazione generale, circa del 12%. In caso di risultato positivo, con la presenza quindi di mutazione, si sarà più predisposti allo sviluppo della patologia, senza la certezza dello sviluppo della stessa. Il sapere di avere un rischio aumentato di sviluppare il tumore permette di essere inseriti in programmi specifici di sorveglianza e prevenzione.
Questo tipo di test genetico è indicato sopratutto in casi di casi di pazienti già affette o donne con familiarità per lo sviluppo di questo tipo di tumore.
Si effettuano inoltre i seguenti test:
- Carcinoma Colon (HNPCC)
- Analisi Instabilità Microsatellitare ( MSI)